Linguaggio in rete

Linguaggio in rete: perché influenza le menti

Perché il linguaggio in rete influenza le nostre menti e di conseguenza i nostri comportamenti?

Prima di rispondere a questa domanda, contestualizziamo l’argomento.

Ognuno di noi, ogni giorno si ritrova sommerso da una quantità enorme di informazioni e contenuti multimediali di ogni tipo. Una serie infinita di opinioni e giudizi, che incidono sul funzionamento del nostro cervello. Questo accade a causa della plasticità del nostro cervello, il quale si trasforma a seconda della natura degli impulsi e degli stimoli che riceve. Ne consegue che adattiamo le nostre scelte e stili di vita in base al contesto a cui siamo esposti. 

Tutte le forme di comunicazione mirano ad esercitare una qualche forma di influenza. Nessuno parla tanto per parlare (su questa affermazione possiamo discutere, è vero). Anche se non consapevoli, siamo al centro di una violenta ‘competizione’ tra contenuti mentali diversi che cercano, rispettivamente, di avere la meglio. A quale notizia credere? Quale opinione sarà quella più giusta? In un contesto dove abbiamo pochissimo tempo per elaborare concetti, dovuta all’immediatezza delle nuove tecnologie, dare una risposta a queste domande diventa sempre più difficile. E’ evidente che, in questa lotta senza confini tra pensieri, siamo sensibilmente influenzati e condizionati dall’uso del linguaggio in quanto ‘soggetti parlanti’ (Dennett, 2000).

E siccome non abbiamo tempo per elaborare questa massa gigantesca di informazioni ci facciamo spesso influenzare da elementi di contorno. Elementi di contorno che non hanno a che fare con il contenuto del massaggio, ma rappresentano una cornice per il linguaggio in rete. Vediamone alcuni.

Elementi che accompagnano il linguaggio in rete

Ci avete mai pensato che se un messaggio viene trasmesso da una fonte attraente ci sembra più desiderabile? Già, è proprio così. Sono decenni ormai che è entrato a far parte del vocabolario degli psicologici il termine “effetto alone”. Per effetto alone si intende un bias cognitivo, ossia una distorsione del giudizio, per il quale la percezione di un tratto positivo viene esteso a una serie di altri tratti. Uno di questi è, appunto, considerare un’individuo di bell’aspetto come intelligente, simpatico, competente, ecc. Di conseguenza, saremo più influenzati da quei contenuti accompagnati dalla figura di una persona non solo attraente e famosa.

Un’altro elemento a cui non possiamo resistere è l’emotività. Abbiamo una spinta a cui non possiamo resistere a messaggi che provocano paura, emotività, tenerezza, compassione. Ricordate quando eravate piccoli, quando i vostri genitori vi dicevano che se non vi lavavate i denti sarebbero arrivati dei piccoli mostriciattoli a farveli cadere tutti? Ecco, questo è un esempio molto simpatico per illustrarvi cosa si intende per messaggio influenzato dall’emotività. I genitori non si mettevano di certo a spiegarvi per filo e per segno cosa era una carie ed il perché una corrette igiene orale serviva a combatterla.

Oggi noi siamo come dei piccoli bambini che non sono in grado di capire ed elaborare tutte le informazioni che ci circondano. Ma questo non perché siamo stupidi, non è colpa nostra. Non abbiamo le risorse cognitive necessario a processare milioni di dati in così poco tempo. Le nostre risorse sono limitate e molti individui, siano essi singoli o organizzati (aziende, gruppi politici, ecc) cercano di sfruttare questa nostra caratteristica. E’ importante sapere che esistono per poter in qualche modo cercare di resistere a questa inclinazione a fidarci di più di quei elementi che accompagnano i messaggi che il contenuto dei messaggi stessi.


Per saperne di più, clicca qui per leggere un interessantissimo articolo sugli adolescenti e il linguaggio in rete. Per scoprire, invece, come il linguaggio in rete possa essere cause di danni psicologici alle persone, leggi anche su questo sito :

Photo by Sigmund on Unsplash

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