Il caso Cambridge Analytica

Il caso Cambridge Analytica

Questo caso si è verificato nel 2016,ed è caratterizzato da un uso scorretto di un’enorme quantità di dati prelevati da Facebook, da parte di un’azienda di consulenza chiamata Cambridge Analytica. Quest’azienda ha avuto importanti rapporti con alcuni dei più stretti collaboratori di Donald Trump, soprattutto durante la campagna elettorale statunitense del 2016 che lo ha poi visto vincitore. Vediamo i dettagli di questa azienda e del caso in cui è stata coinvolta:

Cambridge Analytica è specializzata nel raccogliere dai social network un’enorme quantità di dati sui loro utenti: quanti “Mi piace” mettono e su quali post, dove lasciano il maggior numero di commenti, il luogo da cui condividono i loro contenuti e così via. Queste informazioni sono poi elaborate da algoritmi per creare profili di ogni singolo utente. Più “Mi piace”, commenti, tweet e altri contenuti sono analizzati, più è preciso il profilo psicometrico di ogni utente.

Grazie a questi dati, Cambridge Analytica dice di avere sviluppato un sistema di “microtargeting comportamentale”, ovvero, pubblicità altamente personalizzata su ogni singola persona.

Cosa è successo?

Nel 2014 nasce un app che prometteva di produrre profili psicologici e di previsione del proprio comportamento, basandosi sulle attività online svolte. Per utilizzarla, gli utenti dovevano collegarsi utilizzando il Facebook Login. Tale applicazioni riuscì a raccogliere e memorizzare informazioni di vario tipo su 50 milioni di profili Facebook (la stima è del New York Times e del Guardian: per alcuni è sovradimensionata, per altri comprende per lo più dati inutili).

I problemi sono arrivati dopo, quando questa applicazione ha condiviso, tutte queste informazioni con Cambridge Analytica, violando i termini d’uso di Facebook. Tuttavia la questione è andata avanti per lungo tempo perchè le conseguenze sono arrivate molto tardivamente.

Le elezioni presidenziali del 2016

Nell’estate del 2016, il comitato del candidato alle elezioni presidenziali Trump, affidò a Cambridge Analytica la gestione della raccolta dati per la campagna elettorale. Dalle indagini condotte (giudiziarie, parlamentari e giornalistiche) , si deduce che la Cambridge Analityca ha gestito la compagna pubblicitaria a favore di Trump, e che la sua organizzazione era su larga scala.

Durante la campagna pubblicitaria, furono pubblicate notizie false e altri contenuti contro Hillary Clinton, utilizzando grandi quantità di account fasulli gestiti automaticamente (“bot”). In più ogni giorno venivano prodotte decine di migliaia di annunci pubblicitari a favore di Trump. Su questi  venivano misurate misurare la risposta degli utenti online e venivano poi ricalibrate, per usare quelle che erano più efficaci . 

Conclusioni

Così come gli annunci lavorativi, un’altra casistica rilevante è rappresentata dalle pubblicità digitali controllate algoritmicamente. Queste, rispetto a quelle televisive, sono personalizzate, mirate anche fino a ogni singolo individuo. La vicenda viene illustrata da Young nel suo contributo, in cui racconta le vicende delle elezioni presidenziali americane del 2016. Nell’articolo sostiene che le pubblicità online mostrate durante la campagna siano state capaci di influenzare il coinvolgimento politico, portando alla silenziosa sconfitta della candidata Clinton.

Se sei interessato, ti consigliamo un documentario su Netflix! https://www.youtube.com/watch?v=d2ob6ALzSLk

Crediti:

Young Mie Kim, 2016, Algorithmic opportunity: Digital advertising and inequality in political involvement, 10.1515/for-2016-0034

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